- Autore: Roberto Fustini
- Data: 2023
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Cercare l’appagamento erotico nella Sala Blu, in quella Arancione, nella Piazza di Smeraldo o nella Grotta degli Specchi, nel Tunnel dell’Oblio o nella Wunderkammer della Cosmogonia.
Eminenti studiosi qui parlano dello studio della realtà, di quanto, oltre la tridimensionalità e il tempo, un ruolo fondamentale lo gioca la sfera delle emozioni.
È stato ucciso un androide. Unici testimoni: le farfalle.
12 anni luce dal sistema solare, oltre il giardino, fino a un’intimità dove corpi e anime si sfiorano.
… i più hanno incominciato a godersi il preludio della serata fin dall’accesso al grattacielo. La brulicante atmosfera avvolge e conduce, infine, a una breve gradinata. Dopo di questa, ecco la terrazza che ospita la festa, già la musica del dj inonda l’ambiente senza tuttavia coprire del tutto il brusio e le esclamazioni allegre che punteggiano la situazione. Ci sono tavoli sui quali è stato apparecchiato un sontuoso buffet, dietro a ognuno di essi vi sono almeno due inservienti robot. Sono a disposizione per offrire assaggi gastronomici e bevande. Agli angoli opposti, tra grandi vasi di cycas, sono stati allestiti due bar gestiti da umani e androidi. Il dj si occupa della cornice musicale, una miscellanea di brani che spaziano dalla fine del XX° secolo fino a oggi. Il display sotto la cabina del dj illustra in realtà aumentata i dettagli della musica che propone.
La grande terrazza è già affollata. Le persone danzano, oppure formano piccoli gruppi che conversano accarezzati dai suoni diffusi in maniera perfetta nell’aria. Ineludibili, mai invadenti. Ben pochi utilizzano chip di ascolto personali. Altri si guardano intorno. Pigri, compiaciuti, rilassati, a volte scossi da una sottesa adrenalina.
Il pavimento e la struttura nel suo complesso recepiscono finanche le minime vibrazioni, le trattengono e le inglobano in un ambito bioenergetico che fa funzionare tutto quanto.
Maria e Detlef si guardano sorpresi, compiaciuti. L’intera immagine è un dipinto, una di quelle opere che continuano a vivere e a mutare dopo che l’artista ha posto la parola fine con la sua firma. Ogni cosa e persona è sfavillante, pregna di un ritmo e di una bellezza quasi ipnotici. I colori, i suoni, le luci – sono dotati di viva propria e interagiscono in maniera perfetta fra loro.
La tela che doveva ospitare questo soggetto era d’altra parte già molto promettente di per sé. È il grattacielo più alto della città, sollevando il braccio par di toccare il cielo con un dito. E la volta stellata, quella sera, non lesina sulle sue creature. Non c’è però bisogno di andare a cercare i corpi del cosmo scrutando lassù. Una loro copia in miniatura galleggia nell’aria, pochi metri al di sopra degli invitati.
Ci sono i pianeti del sistema solare, ma anche la Luna, altri satelliti, persino gli asteroidi. Ognuno di essi ripropone le caratteristiche visive del rispettivo originale. C’è però qualcosa che lascia ancora più incantati: sono i buchi neri, i vortici di gas stellari, i soli che in accelerazione invecchiano e diventano nane nere o esplodono in supernovae.
Questa specie di cosmo prêt-à-porter svolge la funzione di illuminare l’ambiente dove è ritenuto opportuno, e lo fa in maniera superlativa, dato che ben pochi cercano l’atmosfera perfetta altrove. Per esempio un punto dal quale ammirare la visuale che quel luogo offre, avvicinandosi ai limiti della terrazza.
Maria si dirige proprio lì, davanti ai pannelli trasparenti e alle sottili balaustre in acciaio, tra un cespuglio di sambuco e alcune piante di kentia. Detlef la raggiunge poco dopo con due bicchieri. Scosta le fronde e la trova completamente immersa in un panorama che toglie il fiato.
A sud, oltre la zona in cui vivono, brilla il mare, appena increspato dalla luce lunare e dalla brezza. Dalla parte opposta, alla sua sinistra, si erge la Città delle Arti e delle Scienze. La sua realizzazione compirà tra breve 140 anni e nonostante ciò sembra un’opera molto più recente, soprattutto per la concezione dell’estetica che inaugurò a quell’epoca.
Le singole parti del complesso sono illuminate in modo da valorizzarne i dettagli. Così paiono muoversi le vele dell’Oceanogràfic, il tapiro dell’Hemisféric chiuso su sé stesso è un continuum con la gigantesca lisca di pesce del Museo Principe Felipe, dietro, e con il tunnel di archi di acciaio dell’Umbracle, accanto. Ogni elemento porta con sé un’aura di antichità: l’elmo che cambia foggia in base alla posizione da cui lo si guarda, il Palazzo Reina Sofia o l’arpa stilizzata del ponte di Calatrava. Ma soprattutto c’è l’elemento del mare, in tutte quelle stilizzazioni, fino ad arrivare alla pinna blu dell’Agorà.
È uno stile architettonico che è stato ripreso e ampliato nei decenni successivi, che si è poi definito nel cosiddetto Persequo: l’imitazione della realtà tutta, dalla flora alla fauna, dall’uomo all’ambiente che lo circonda. La disponibilità di nuovi materiali e nuove tecnologie ha permesso di creare opere impressionanti.
Seguendo l’antico letto del fiume Turia, e quindi il parco al suo interno, ecco il centro storico. Incredibilmente vicino da quell’altezza, nonostante la reale distanza. Finalmente Maria si accorge di lui. Prende il suo drink quasi a scusarsi. L’uomo è però preda di un tale rapimento da non far caso ad altro. Sposta gli occhi dal viso di lei al panorama alle sue spalle e non sa cosa sia più bello.