- Autore: Roberto Fustini
- Data: 2008
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-… il macellaio- … e dicendo quella parola provò un brivido di frenesia. Sicuramente era l’effetto dell’erba, ma fu strano pensare a Luca che spaccava delle costoline, immaginare le sue mani muscolose che abbandonavano la piccola mannaia e che ancora sporche di sangue gli prendevano il viso…
La carne e il sentimento, l’amicizia e l’amore. Questo è ciò che si muove nell’incontro tra due ragazzi, un incontro che può sembrare banale: l’amicizia che sboccia tra un gay e un eterosessuale. Invece la lealtà dei due, verso se stessi e verso gli altri, spiana la strada alla potenza dei sentimenti. E al fatto che, quando ci si priva dei retaggi e delle griglie che ci vengono imposte, anche da noi stessi, si può arrivare a toccare corde preziose e profonde, a raggiungere luoghi di serenità e di emozione tutt’altro che scontati.
Il periodo di convivenza presso una base in cui, in un non lontano futuro, l’assistenza sociale e umanitaria hanno sostituito il vecchio servizio civile o di leva, è teatro di questa storia. Federico preferisce soffocare la nascente attrazione per Luca pur di non perderne la preziosa amicizia, mentre Luca mette da parte senza problemi le proprie abitudini sessuali e sentimentali per abbandonarsi ai sensi e alle emozioni. Anche quelle più inaspettate.
Alle reazioni dettate dall’impulso seguono l’imbarazzo e la riflessione, che necessariamente segnano la presa di coscienza del fatto che bisogna fare i conti con le rispettive realtà.
Ma quello che vince sempre, alla fine di ogni momento di stasi e incertezza, è la volontà di essere onesti con se stessi e con le proprie emozioni, anche con quelle più pericolose per la propria stabilità.
Il risultato che ne consegue è per Federico una lotta tra i suoi diversi sentimenti per Luca, tutti ugualmente degni di essere coltivati e rispettati, e per quest’ultimo una ricerca di se stesso all’interno delle proprie emozioni, spesso ambigue. Per entrambi è la dolce e struggente attrazione di tipo quasi adolescenziale, nel cercarsi ed evitarsi, nel rivelare il proprio io e affidarlo senza paura all’altro.
… il modo in cui gli piaceva Federico era cambiato… aveva voluto coronare tutto con quel bacio. Quel bacio, un’esperienza singolare, indubbiamente piacevole. Non riusciva a capire se era stato bello per come gli era sembrato di baciare un altro se stesso, o per cos’altro…
E’ sicuramente una storia d’amore, ma anche un percorso che i due protagonisti seguono fino in fondo, e da cui devono necessariamente trarre il meglio che ne consegue per la propria vita. Un’esperienza che non può non segnare profondamente la loro storia personale.
Quella giornata fu corta, molto corta, non c’erano troppi compiti da svolgere. Tutti i basisti erano impegnati, oltre che nel preparare i bagagli e sgomberare i locali dalle tracce del loro soggiorno, a ultimare le consegne e le istruzioni di lavoro per chi doveva succedere di stanza alla base. C’erano da sistemare le ultime cose, concludere alcuni lavoretti e chiudere pratiche, stilare resoconti e far tornare rapporti di entrate e uscite. Si susseguì una serie di ritmi blandi e pigri, alternata ad altri momenti più frenetici, in cui i pensieri malinconici si sfumavano e venivano tralasciati per un po’.
Molti si salutavano promettendo di rivedersi, frequentarsi ancora al di fuori, nel ritorno alla quotidianità di sempre. Ma quasi tutti sapevano che le amicizie nate alla base il più delle volte restavano un bel ricordo, una tacca importante senza però alcun seguito. Gli abbracci, i baci, le strette di mano, pur sincere e calde, significavano quasi sempre un addio. Gli amici, gli amori, le esperienze modellavano le menti, influenzavano gli spiriti, ma si concludevano come un libro che si chiude, come una storia che puoi ricordare bene e volentieri, che ti rimane nel cuore, ma che preferisci lasciare così, senza riviverla. Magari per non sciupare quella magia che ne è sortita.
La sera, a cena, ci furono brindisi con spumanti economici e a forte gradazione alcolica, risate e cori si mescolarono a chiacchierate più intime, a saluti più mesti e privati, in cui diluirono gli ultimi personaggi, avviandosi verso le rispettive stanze, dove avrebbero trascorso l’ultima notte da basisti.